Partono dalle città dell’Afghanistan, come Kabul, Jaghori e dopo una pericolosa odissea attraverso il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia approdano nel Belpaese. Alcuni nascosti nei camion o nei container, altri sulle “carrette del mare” o sulle barche dei trafficanti che li abbandonano a cento metri dalla nostre coste. Ed è terribile pensare a quelli che, non sapendo nuotare, muoiono prima di toccare terra.
Sono i “viaggiatori invisibili”, alcune migliaia di bambini e ragazzi dai 13 ai 17 anni che transitano in Italia diretti nei Paesi del Nord Europa. Molti di loro, partiti bambini, arrivano a destinazione quasi adulti, dopo peripezie inimmaginabili. Ad aprire uno squarcio sul fenomeno è la Fondazione Albero della Vita onlus che ha curato il primo dossier sui minori profughi afghani non accompagnati.
Leggendolo, si scopre che nel 2009 sono stati oltre 5.900 i minori afghani che hanno cercato rifugio in Europa, contro i 3.380 del 2008. Tra i minori richiedenti asilo gli afghani sono i più presenti in tutte le ripartizioni territoriali, con una prevalenza nell’Italia centrale, dalle Marche al Lazio.
A Roma fino a luglio c’era un luogo fisico con tende, accampamenti, ma dopo l’intervento del Comune alcuni adulti sono stati inseriti nei centri d’emergenza. Purtroppo chi non era in regola e soprattutto i minori sono rimasti per strada. Sono ragazzi che trovano mille modi, chiaramente illegali e rischiosi, per raccogliere quattro soldi e pagarsi un altro pezzo di viaggio.